venerdì 27 novembre 2009

...... e mentre la trattativa va avanti


Salvatore Riina (FOTO ANSA)QUI SI TRATTA (ANCORA)
Farina (Pdl) denuncia l’inumanità del 41 bis per i mafiosi Come nel 2002: ipotesi ricatto dei clan alla politica
di Peter Gomez
Per lui è solo un atto di carità cristiana. Un gesto umanitario per dare un po’ di conforto a chi soffre. Per gli investigatori, invece, potrebbe essere una sorta di messaggio. O almeno potrebbe essere colto dalla mafia come tale. Come l’ultimo, o il penultimo, segnale nella lunga presunta trattativa tra Cosa Nostra e lo Stato cominciata nel 1992-93 e mai interrotta. Comunque stiano le cose un fatto è certo: fa effetto ascoltare dai microni di Radio Radicale un esponente di peso del Pdl come il neo-parlamentare Renato Farina, chiedersi se davvero il 41 bis, il cosiddetto carcere duro, è una forma di tortura. E fa ancora più effetto pensare che le sue dichiarazioni, chiuse con la proposta di istituire una commissione internazionale sulla situazione dei boss in prigione, sia arrivata a ferragosto, davanti alle porte del carcere milanese di Opera.
Lì dentro, ospitati in celle singole controllate giorno e notte, ci sono ben 82 capi-mafia. E assieme al più celebre di tutti, Totò Riina, c’è anche Giuseppe Graviano, il capo della famiglia mafiosa di Brancaccio, che, secondo il pentito Gaspare Spatuzza, avrebbe concluso intorno al Natale 1993 una sorta di accordo politico con Silvio Berlusconi. Farina, è vero, rispetto al 41 bis ha un approccio problematico. E nella sua intervista fornisce un particolare importante: dice che buona parte dei detenuti non appena ha capito chi era e soprattutto in che partito militava, ha mostrato “una furia” che lo ha “preoccupato”. Ce l’avevano con lui, con il ministro della Giustizia Angelino Alfano e con Berlusconi.
Resta però una singolare coincidenza: la visita ispettiva ad Opera dell’ex giornalista, radiato dall’Ordine per il denaro ricevuto dai servizi segreti militari, avviene subito dopo i primi interrogatori di Giuseppe Graviano e di suo fratello Filippo. Lunghi faccia a faccia con i magistrati durante i quali i due boss hanno più volte detto di “rispettare” la scelta di Spatuzza . Ma hanno aggiunto che stare al 41 bis è come stare “a Guantanamo”: “Ho la luce accesa giorno e notte e da quattro mesi aspetto una visita per un sospetto di tumore” ha detto Giuseppe. Il dubbio, insomma, che il dialogo tra la politica e la mafia sia ancora in corso, c’è. Pure l’Aisi (il servizio segreto interno), nelle sue ultimi relazioni sullo stato della criminalità organizzata in Italia, spiega che nelle carceri i boss mostrano segni d’irrequietezza e d’impazienza. E, secondo quanto risulta a Il Fatto Quotidiano, sottolinea proprio il ruolo dei fratelli Graviano che sarebbero alla ricerca di una soluzione per il 41 bis.
Detto in altre parole: l’impressione è di trovarsi di fronte a una sorta di grande ricatto. O fate qualcosa, o rispettate i patti - comunica la mafia - o noi cominciamo a far sapere come sono andate realmente le cose negli anni delle stragi.
I Graviano, del resto, hanno già tentato operazioni del genere. Nel 2002 erano stati proprio loro a dare il via a una singolare corrispondenza tra boss detenuti (spesso condannati proprio per le bombe ai monumenti) ricca di ambigui riferimenti alla “cappella Sistina”, al “museo egizio di Torino”, al Milan (la squadra del presidente del consiglio Silvio Berlusconi) e alla Formula Uno, sempre indicata da chi scrive con la sigla “F.I”: le iniziali di Forza Italia. Allora accanto alle lettere, tutte ovviamente lette dalla censura e finite in corposi rapporti dello Sco (Servizio Centrale operativo) della Polizia, c’erano stati pubblici proclami di boss del calibro di Luchino Bagarella che il 12 luglio del 2002, in aula, aveva accusato la politica di aver “strumentalizzato” i detenuti.
Così il Sisde, all’epoca diretto dal generale Mario Mori, aveva lanciato l’allarme. Aveva annunciato con un’informativa segreta a Palazzo Chigi, di aver appreso da “Attendibili fonti fiduciarie l’esistenza di un progetto di aggressione di Cosa Nostra che avrà inizio con azioni in toto non percettibili dall’opinione pubblica fino a raggiungere toni manifesti, con la commissione, in un secondo momento, di azioni eclatanti”. Nel mirino, secondo gli 007, c’erano Dell’Utri, l’avvocato Cesare Previti e una molti avvocati meridionali (per lo più parlamentari). E a tutti loro fu data una scorta. Oggi la situazione è diversa. A far paura non sono più le armi della mafia, ma le parole. Certo in Cosa Nostra c’è chi può pensare (al contrario di quanto sostiene il ministro dell’Interno, Roberto Maroni) che la riforma della legge sul sequestro dei beni appena introdotta in finanziaria, sia una buona notizia. O che la due giorni di sciopero degli avvocati, che protestano anche contro il 41 bis, sia il sintomo di qualcosa che si sta muovendo. Ma forse è tardi. Troppo tardi. Perchè, come diceva Leonardo Sciascia, “Tutti i nodi vengono al pettine. Se c’è il pettine”.

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IL POPOLO DELLA AGENDA

ROSSA SI FA VEDERE E SENTIRE SEMPRE

DI PIU'...........................











Risonanza e ringraziamento alla nota di Salvatore Borsellino...
Oggi alle 7.19

http://ilpopolodellagandarossa.blogspot.com/


QUESTA LA NOTA


E' successo quello che avrei voluto che non succedesse.
Il movimento delle "Agende Rosse" è un movimento spontaneo a cui volutamente non ho voluto dare alcuna organizzazione ed alcuna veste ufficiale, è un movimento di giovani e meno giovani che hanno adottato questo simbolo per manifestare la loro rabbia e la loro voglia di Verità e di Giustizia.
(...)

Chiunque potrà dire di appartenere a questo popolo se realmente coltiva dentro al suo animo gli ideali di Verità e di Giustizia attorno ai quali questo movimento di è formato, è cresciuto e si è consolidato, ma nessuno dovrà e potrà dire di parlare a nome degli altri.
Qualcuno mi potrà obiettare che un movimento per potere esistere deve darsi un assetto, una regolamentazione, io penso che non sia così, che la sua forza sia soprattutto la spontaneità, i sentire comune di quelli che in esso si riconoscono e ne fanno parte.
Il Popolo delle Agende Rosse non è una associazione reale e quindi non ha organismi direttivi e non ha portavoce, tutti possono dire di appartenervi se hanno nel cuore gli stessi ideali e se per questi ideali combattono le stesse battaglie che fino ad ora abbiamo combattuto.
Non esistono e non si rilasciano tessere, non si richiedono contributi di iscrizione, non esistono elenchi di iscritti ma solo liste di indirizzi email e di contatti su FB per potere comunicare e fare le "chiamate alle armi" quando sia necessario manifestare e riunirsi per condurre una battaglia in nome dei nostri ideali.
Non esistono siti ufficiali ma solo una rete di siti e di blog collegati tra di loro con i quali ci si scambia post e articoli.
Può esistere, può crescere, può consolidarsi un movimento come questo?
Sembra una utopia ma fino ad un anno fa era una utopia che potesse esistere, crescere e consolidarsi il "Popolo delle Agende rosse" e invece oggi c'è e a tanti comincia a fare paura perchè noi ci siamo e combatteremo fino all'ultimo perché il sogno di Paolo e dei suoi ragazzi si realizzi.
Ed è un sogno semplice perché è soltanto un sogno di GIUSTIZIA, di VERITA' e soprattutto di AMORE.

Salvatore Borsellino
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RISONANZA:
Queste precisazioni di Salvatore sono per me lo statuto del Popolo delle agende rosse!!!
Dimostrano (anche se non ce n’era bisogno) LA GENUINITA’ del pensiero e dell’azione di Salvatore; quindi chiunque confondesse la Sua Fiducia e il Suo Affetto, come segno di “investitura indiretta”, secondo me, darebbe palese segno di immaturità e/o di opportunismo berlusconiano; quel che è peggio, minerebbe dall’interno IL FINE NOBILE E COLLETTIVO, che non è quello di essere serbatoio elettorale di qualcuno, bensì NON VANIFICARE IL SANGUE DEI MARTIRI…!!!
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RINGRAZIAMENTO:
Salvatore sin dall’inizio, avendo la presunzione di conoscere l’animo umano, ed essendo naturale che man mano che si cresce potessero emergere debolezze fisiologiche…, ho fatto riferimento SOLO E SOLAMENTE A TE!!! Cosa che continuerò a fare!!! Grazie per la Tua Opera che sintetizza sì LA SANA RABBIA ma soprattutto L’AMORE PURO PER LA VERITA’ E PER LA GIUSTIZIA!!! UTOPIA…??? ESALTAZIONE…??? CREDIMI: ME NE FOTTO…!!! IO SONO CON TE !!! GRAZIE!!!



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