domenica 13 febbraio 2011

L'urlo delle donne invade le piazze


"Siamo più di un milione"
Il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini le aveva etichettate come "poche, radical chic". Se il secondo è un legittimo giudizio politico, la prima era una previsione: sbagliata. E' stata un successo indiscutibile, infatti, la mobilitazione contro Silvio Berlusconi e a difesa della "dignità delle donne", infangata dal caso Ruby secondo le promotrici del comitato 'Se non ora, quando?'. Un successo nei numeri e nella simbologia politica: nessuna bandiera di partito ma tanta musica, vignette e cartelli (molti in tono satirico come quello con la foto di Ruby, la ragazza marocchina al centro dell'inchiesta milanese sui festini di Arcore, e la scritta: "5 milioni per farti tacere? Ti diamo 100 euro a testa, lo mandi al fresco e ti compri pure Lele Mora").

I leader di partito ci sono ma lasciano spazio alle donne: Pier Luigi Bersani, a Roma, si fa vedere ma gira al largo dal palco e dal backstage. Oltre 200 iniziative, raduni da Tokio a New York, da Lecco a Vibo Valentia, grandi cortei e presidi a Napoli, Torino, Palermo, Milano, e a Roma in piazza del Popolo, con una manifestazione che sembrava nazionale: piazza gremita senza 'trucchi' per ridurne la capienza, in migliaia assiepati ai margini e fin sulla terrazza del Pincio.
Donne protagoniste sul palco e tra i manifestanti, ma anche tanti uomini, di tutte le generazioni. "Siamo più di un milione!", è l'annuncio che, mettendo insieme i numeri di tutte le piazze, scatena il boato della manifestazione romana.

Star applauditissime della kermesse romana, la leader della Cgil Susanna Camusso e la deputata finiana Giulia Bongiorno. "La misura è colma" ha detto dal palco Camusso, che ha definito quella di oggi "una rivoluzione culturale che si muove dal basso", che parte "non dalle gerarchie ma dal popolo: é davvero un Paese che non ne può più". E per Bongiorno "oggi siamo e dobbiamo essere protagoniste, non comparse. L'unico contesto in cui vedo le donne protagoniste sono le barzellette, soprattutto se le barzellette provengono da Arcore".

In piazza anche le prostitute - il Movimento per i loro diritti aveva annunciato l'adesione - che si sono presentate con un ombrellino rosso e un gruppetto di loro ha sfilato per le strade del centro di Roma con uno striscione che recitava "Sul nostro corpo nessuna strumentalizzazione, diritti e welfare per tutte". E c'é stato anche un piccolo, festoso blitz di circa duecento manifestanti che si sono recati davanti a Montecitorio per chiedere le dimissioni di Berlusconi e lasciare regalini ironici ai parlamentari.

TANTI STRISCIONI - "Vogliamo un Paese che rispetti le donne tutte". Lo striscione rosa viene srotolato dalla terrazza del Pincio quando piazza del Popolo è già gremita. E fa da sfondo alla manifestazione "Se non ora quando?". Una protesta senza bandiere di partito, con qualche tricolore, ma soprattutto con tantissimi striscioni, cartelli, adesivi con slogan orgogliosi, irriverenti, a tratti rabbiosi. Per rivendicare con tutte le sfumature possibili "la dignità delle donne".