lunedì 1 agosto 2011

La fuga dalla guerra finisce in tragedia

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02/08/2011, 05:30
Lampedusa Barcone strapieno. Soffocati nella stiva.Trovati morti 25 profughi partiti dalla Libia .Schiacciati dagli stessi compagni di viaggio.
Gridavano per uscire dalla botola ma venivano ributtati giù a bastonate dagli . Chiedevano aiuto perché non avevano ossigeno.

Sono morti così, asfissiati dal caldo e dai gas del vecchio motore, venticinque profughi nordafricani stipati nella stiva di un barcone partito dalla Libia e approdato ieri all'alba a Lampedusa.
Tra le vittime, tutte sotto i trent'anni, anche una donna. La terribile scoperta è stata fatta dagli uomini della Guardia costiera.
Due motovedette stavano scortando il barcone lungo circa 15 metri avvistato alcune ore prima verso il porto quando a causa di un'avaria le operazioni di trasferimento sono state anticipate e gli immigrati sono stati fatti salire sulle stesse motovedette.
È seguito il controllo di routine dello scafo per verificare che sul barcone non ci fossero altre persone oltre ai 271 profughi (36 donne e 21 bambini) già portati in salvo. All'interno della botola di due metri per tre della stiva senza oblò e prese d'aria gli uomini della Guardia costiera si sono trovati davanti lo spettacolo raccapricciante dei corpi in avanzato stato di decomposizione a causa dal caldo.

Cadaveri che, chiusi in sacchi di plastica, sono stati rimossi per i rilievi di rito e in un primo momento disposti in fila sul molo Favaloro, a pochi metri dai turisti ignari della tragedia. Secondo le testimonianze dei profughi trasferiti al Centro di accoglienza di Contrada Imbriacola e raccolte dagli uomini della Squadra mobile di Agrigento nel ventre più profondo dell'imbarcazione erano in 26.

Uno di loro - raccontano - era riuscito a uscire da quella trappola di morte ma è stato preso e gettato in mare. Dai primi accertamenti gli altri sarebbero morti per asfissia e intossicazione per i fumi del motore.

Ad accertarlo definitivamente, però, sarà l'autopsia disposta dalla Procura di Agrigento che ha aperto un'inchiesta per morte come conseguenza di altro delitto e per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.
Su due dei cadaveri il medico del poliambulatorio d
i Lampedusa Pietro Bartolo ha rinvenuto fratture ed ecchimosi, segni di una collutazione avvenuta durante la traversata. Le vittime avrebbero lottato per uscire dalla stiva ma sarebbero state colpite più volte e prese a bastonate da quelli che stavano sul ponte.
Almeno tre degli immigrati responsabili sarebbero stati individuati.

Le autorità sanitarie inviate a Lampedusa hanno escluso la possibilità di rischi per la salute della popolazione. «La morte è stata causata dalle disumane condizioni in cui sono state costrette a viaggiare», ha dichiarato il sottosegretario all'Interno Sonia Viale.
«Ognuno cercava di salvare se stesso e sono sopravvissuti i più forti», ha commentato il sindaco di Lampedusa, Bernardino De Rubeis, il quale ha confermato che le salme di sei delle 25 vittime rimarranno a Lampedusa. Si tratta dei cadaveri che non sono stati riconosciuti dai superstiti.

Gli altri 19 corpi troveranno sepoltura nei cimiteri della provincia di Agrigento. Alcuni dei superstiti hanno parlato di aver visto in mare altre cinque imbarcazioni. A bordo c'era anche Ahmed, un nigeriano di 25 anni in fuga da Tripoli.

«Eravamo tantissimi - ha raccontato ai soccorritori - Prima un viaggio in Italia costava 300 dinari - Ora si riesce a partire gratis».

02/08/2011